Frinii rispettosi di cicale e grilli
immersi nella distanza
gracidii lontani
ottusi, soffusi, diffusi in questa notte nella quale mi libero.
Era uno stagno di ridotte dimensioni
mi appariva il mare.
Non essiccarti ora, non evaporare
lasciando dietro sabbia da calpestare.
Aspettami.
Lasciami sprofondare nudo dentro di te
sommerso da centinaia di metri d'acqua
tua, salina, purificante.
Lascia che riemerga con l'astro
nella prima alba della mia vita
per scaldarmi al suo incendio dopo otto lustri
di torpore e d'insonnia, di inedia svogliata
ed urlare a squarciagola come un pazzo
che sono pazzo d'amore
per la donna che amo
che amo che amo che amo
ora che so cos'è l'amore
ora che so cos'è il silenzio.
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