giovedì 17 luglio 2014

CCI

Luce sia.

Comprenderlo ed attuarlo è sovrumano,
è la scoperta più recondita che abbia l'uomo da compiere;
appartiene, come campo di indagine, al mondo dei
quanti e anche più giù, al sottile invisibile.

I quanti ci dicono che la materia quantistica
ha il dono dell'infinità e dell'ubiquità,
ma non sarebbe ipotesi stramba
ridurre a un solo quanto l'attore della vicenda.

Uno, ovunque, ubiquitamente ubicato nell'infinità degli infiniti cosmi infiniti
e l'Uno che è Tutto è Dio, anche se non è ancora l'Assoluto,
dal momento che il quanto è ancora materia,
una volta di più, ed è infatti materia energetica.

L'Assoluto a sua volta è privo di materia,
ne è completamente privo, e non può  essere energia;
anche se questa è rintracciabile al livello divino, ma è materia.
L'Assoluto pertanto non c'è, per i nostri schemi mentali non esiste.

E neanche, molto semplicemente, può esistere sotto una forma.
Se non c'è Assoluto, va inventato cioè trovato dentro, nonché
scoperto cioè tirato fuori, estrapolato dalla interiorità nella quale risiede.
L'Assoluto è la concrezione informale di un difficilissimo processo

che la mente umana può riuscire ad intraprendere, quando ne ha lo stimolo.
E lo stimolo, parte dalla domanda chi sono io per approdare alla
risposta:nessuno. Allora e solo allora sono anche Assoluto,
ed anche il Tutto ed anche l'Uno nelle loro rispettive formalizzazioni.

Assoluto è colui il quale, essendosi interrogato, trova questa risposta;
e quanti altri che, come lui, hanno affrontato la questione, la domanda,
dandone la concordante e universale risposta: io sono Luce, perché 
l'Assoluto portato alla luce è la Luce, infine, e non ha forma alcuna,

e il più delle volte è irriconoscibile dai più, perché è anche nessuno.

Nessun commento: