domenica 13 luglio 2014

CLXXXXIII

È il primo di aprile, almeno un verso
uno di quelli che restano nella storia
che a imitarlo ci si mettan tutti
"Oh!, d'amor leggiadra, m'appesantisci il còr!".

Ti ho portato stavolta dei narcisi
del colore che più piace a me
gialli e non alludono più a niente
siamo noi narcisi e lo sappiamo ormai.

Nello studio mi hai fatto ritrovare
un altro mazzolino ch'era lì
hai voluto far notare la tua finezza
e i miei sguardi finiscono su te.

La ricordi la notte della luna piena?
Era Natale, l'alberello in casa tua adorno 
e mi dici "Guardi la Luna quant'è bella, avanti a lei!"
ma non c'era verso che la scorgessi, enorme, avanti a me.

In due anni e poco più di terapia
da bravo bisonte ho sfondato proprio tutto
a volte mi sorge legittimo quel dubbio
d'essere aizzato da tuoi dardi in deretano.

Mi porterai a visitar più in là quel tuo studiolo
ci scambieremo due chiacchiere animate
e guarderemo insieme fuor dalla finestra
vedrai, l'impaccio di paziente svanirà.

Ti porterò a cena quando lo vorrai 
leggerò per te poesie che tu saprai
godremo assieme la quiete dei silenzi
l'impaccio dell'analista svanirà.

Lavoreremo per pubblicar la relazione
sul tavolo tappezzato da scartoffie e fogli
ci guarderemo negli occhi stanchi di lavoro
e transfert e contro-transfert svaniranno.

Resteremo affettuosi compagni di cammino
ed il nostro bagaglio via via s'accrescerà.

Ricorderò un lettino costrittore 
e il tanto amore, il troppo amore, il solo amore.

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