Collera tremenda, devastante,
quella rabbia combattuta dall'incenso
è mia, finalmente, esplode tutta,
è il riverbero di un'ira contenuta,
l'ira di un demone, l'odio verso Dio,
Lo rispetto, ma qui trascrivo il senso percepito;
la voglia è furoreggiar con lame tra i mortali,
Caino dell'universo vindice di un'onta
che non ritrovo nella mente o dentro il cuore
ma nella pancia troppo vuota di sostanza.
Da cento anni non la placo come chiede
adesso è lei a far la padrona, maledetta.
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