Dove sono ora, chi son io, chi si accompagna a me?
Sono su di un ponte sospeso, appoggiato tra due montagne,
percorro l'assicciato di legno legato con cordame.
Non ho baratro sotto, è una verde valle,
lascio indietro una cima innebbiata, inebriata di fumi,
non vedo nulla attraverso la coltre, procedo
senza più ricordare alcunché, solo com'era, com'ero:
sono della vostra stessa carne
è il sangue è mite, vegetariano anche se
apprezzo sempre
il caldo sangue ingurgitato a caldo e carne rossa,
resto un demonio ancora da assopire.
Dopo un passo un altro passo
un'altr'asse dietro,
l'altra la supero con stento
con lentezza, per non scivolare;
la cima che ho di fronte è pulita
assolata, chiara, limpida, tersa.
Vorrei essere me stesso,
per adesso so solo chi sono
ora scorgo me senza scompormi.
Non posso accelerare,
dopo un passo un altro passo
un'asse in legno che segue l'altra ed
imperturbabile devo restare
come mi venne insegnato:
è la condizione imposta e lo so, non tremo,
non vacillo e ricordo te come posso quassù.
Il vento soffia tremendo
la crisi in atto prova a scompormi
ma il ponte è immobile
stabile
l'arco poggiato tra i due monti è un presidio dell'Alto.
Nessun commento:
Posta un commento