lunedì 14 luglio 2014

CLXXXXVI


Scrivere, quanta malinconia 
riprender quella penna e quel taccuino
per seguire l'immaginazione
tanto spesso imbrigliata, annodata a caso.

Certo, dopo essersi ustionati
è d'uopo riaccostarsi al fuoco vivo
per riscoprire il giusto lenimento
e non serbar paura.

Ora, però, non so cosa dirti
nemmeno cosa fare; inseguo la fortuna
sperando che a sua volta insegua il tempo
mi trascinerà lui fuori di qui.

Ho portato con me il volume quarto
duecentocinquanta scritti press'a poco
novanta giorni di lavoro audace
ho finito ieri, appare una collana.

Chissà se si potrà mai pubblicare
la mia ambizione non sembra dire no
ma credo sia almeno servito in parte
a farmi conoscere da te per quel che sono.

Lo conoscevi già l'animo che avevo
solo per questo mi hai accolto tuo paziente
mi hai trattenuto, sì, dopo il misfatto
di quella crisi che mi dissociò.

Ci auguriamo non tornino tempi acerbi
oggi mi proponi lo psicologo/psichiatra
e ne convengo, perché no, sono d'accordo
purché almeno sappia anche lui cos'è l'alterità.

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