lunedì 28 luglio 2014

CCXXXXVI

Trasla tutto nel campo dell'illusione
là dove Maya può attaccarti infida,
svolgi la tua azione in proiezione
sdoppiati da te, affronta l'irrealtà, non la realtà.

Le corde da traino recidi con la spada
come mi dicesti, e fallo veramente;
stai per spiccare un salto dolce amica
non potrai farlo se resti ancor legata.

Negatività non devi più assorbire,
se non riconosci ancora i negativi
per saperlo, a te mettili innanzi;
il plesso solare ti darà angustia, allora.

Attaccati soltanto ad una corda,
per risalire, come ho fatto io con te;
se divarichi gli arti in presa strana
raddoppi lo sforzo per trascinarti su.

Se la corda precedente si è spezzata
abbandonala senza rammarico, non potrà più 
svolgere la sua funzione elevatrice;
lasciala al fondo, dov'è raggomitolata già.

Il fondo non fissare, guarda in alto,
per scalar montagne, lo sai, si fa così;
è sempre comunque meglio passeggiare su un costone
che farsi attrarre dal fondo che è dentro te.

Il fondo così nell'illusione resta
se giorno dopo giorno ti distanzi,
se cerchi quel poco che basta alla tua vita.
La realtà è quel che resta, dell'irrealtà, per noi.

La cima della montagna è infinitamente meno vasta
della sua base, che appartiene al fondo.

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