mercoledì 18 giugno 2014

CLXIII

Al risveglio ti rivedo
Intenerita nel tuo sorriso
mi sei accanto, poi.

Di te tre foto appena.

Superbia maledetta
ci ha scoperti bambini
per corrugarci il cuore

Di te una penna d'oro.

Tu sola appari gioia
so bene come finirà 
il vuoto l'ho già dentro.

Di te un anello.

L'amore non so cos'è 
ma nei tuoi occhi sbarazzini
ho trovato anche la pace.

Di te il richiamo dentro.

martedì 17 giugno 2014

CLXII

Rotolando dal cielo
in pochi e silenziosi

si avvicinano presti
la notte delle stelle cadenti

ai baluardi di nera pietra
degli ultimi assediati,

confusi per la sconfitta,
e si approntano,

lucenti e disposti,
attorno alle mura difese,

500 alate furie
armate di vittoria e di lance 

contro oscuri baluardi
ultimi e dipinti di buio 
resistenti ancora,

CLXI

La poesia del silenzio traspare per pochi
da uno che è nulla, per svuotare da sola

il dilemma di sempre che riporta il pensiero
alle origini oscure del creato non visto

in quel suono disteso che accompagna l'inizio 
quando il tempo mai è, quando il sogno non incupisce,

quando era vita la morte
libera distesa di infinito
dove e quando la mia coscienza si ripartì.

CLX

silenzio, amore, vita e morte

È silenzio l'amore
e la morte non c'è

È silenzio l'amore
e la vita non c'è

e l'Amore di Morte è l'Amore di Vita 
e l'Amore di Vita è l'Amore di Morte

e il Silenzio dell'Amore è la Vita e la Morte. 

CLIX

Parquet e sette paralleligrafi
il camino è là in fondo.
Nello studio la voglia di riscatto mi opprime.

Tanto clamore per nulla
da me io mi aspetto di più 
che assopire il pensiero 

che legare la mente
che cessare di andare
e mi aspetto oltremodo

di rientrare alla quiete
che ritrovo già dentro 
se trascuro l'impulso

di inseguire la meta
che dà fama all'archista
quand'è omaggio di star.

Se coltivo l'istinto, in me non sviluppatosi,
di approdare ad essere la mia maschera cangiante,
per apparire nell'ambito d'intellettuali costruttivi
pianificatori d'asfalto e di cemento.

CLVIII

Ha piovuto, stanotte
il cielo è grigio.
Martellano al cantiere

riprendono i gabbiani il volo lento
di escursioni conosciute.
La città delle chiese

riaffronta il labirinto quotidiano.
La memoria affonda nel ripescaggio;
è il solo chiasso.

CLVII

C'è silenzio 
in questa notte di scirocco,
anche se le auto scorrono ancora,
anche se i bus rullano ancora.

C'è silenzio,
tra i libri sul comodino
e le cornici dei santi,
in questa notte di scirocco lento,

quando la sveglia segna la prima ora
e come sempre mi fermo dentro me
e mi riguardo,
operoso nel silenzio del mio cuore,

per ritrovarmi, anche stanotte di scirocco lento
e mitigante,
a dialogar con me,
tenendo la matita tra le dita e un foglio bianco.

Ora che non ho dolore,
ora che non ho piacere,
tra le coperte abbandonate sul mio corpo
e il bianco della stanza conosciuta,

ora che posso dialogar con me,
anche senza penna, anche senza carta,
e cerco di non saper più nulla,
soltanto pensarmi, 

e sempre più a fondo,
e senza sforzo,
lasciandomi andare, così.
Anche stanotte di scirocco lento.