mercoledì 18 giugno 2014

CLXIV

Brividi, stanotte, in sogno,
è di domenica, è luminosa e fredda
i fiori si chinano al tuo passaggio

rallenta il Sole, ritarda la sera
poi, passeggiando, esplode il buio
e ricordo te, Regina, immacolata e sacra,

ricordo te Regina e gli occhi tuoi
le labbra e il corpo.
E me ne andavo con lo sguardo chino 

per non rubare più purezza al tuo bel viso,
e, accanto a te, andavo,
mentre un angelo lasciava un fiore sul cammino.

Il velluto della voce, poesia d'amore, sì,
andavo accanto a te, dolce Regina
per provare estasi, ancora, accanto a te.

Non ci fu dono più grande
(sto sublimando, sì, per non morire),
non c'è dono più grande che accanto a te,

e questo posso darti io, poca poesia,
da anni accanto a te, dolce Regina,
è tutto quel che posso darti, accanto a te.

La pace scenderà dal tuo bel viso,
pace in amore,
senza più chiedere, senza più dare,

solo con gli occhi parleremo, amata,
non più uno scritto, nessun gesto nemmeno,
solo con gli occhi parleremo, amata,

occhi fermi nella pace, occhi fermi nell'amore,
solo con gli occhi parleremo, amata,
senza rubar mai niente a tutti,

troppo bisognosi di te.

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