venerdì 13 giugno 2014

CXXXI

 Fuoco inestinto 
che procedi nell'opera
di disciogliere il ghiaccio
dai pensieri rappresi

che i sensi raggrumarono,
che cristallizzò la mente,

Fuoco,
sottratto al passato,
fomentato per gioire più in là,
di stasi, di quiete, di pace,

presente Fuoco
in eterno presenza di luce,

di luce intravista cogliendo i bagliori
scagliati da occhi
che intrecciarono accese
mille vie per l'amore,

nonostante le schiavitù forzate
e il timore del giorno,

il freddo della notte ancora;
e le solitudini dei sensi,
cinque fantasmi ignoti
abilitanti l'irrealtà del mondo,

che scioglievi col tuo sorriso,
eletto a bersaglio dall'invidia crudele

dei sordi e ciechi e barbari spennati,
attentatori, ladri;
riflesso luminoso, prima,
ma che brucia ora che sai

d'essere pura e di brillar di più 
fusa nel sole in vita.

E nell'attimo eterno
trascorro le ore, i miei anni:
miraggi tollerati, nel tempo lento,
che l'ingegno mio dipana ancora,

nel morire a me stesso intento.
Io non offendo più.

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