mercoledì 18 giugno 2014

PROESIA, scritto in prosa e versi.

Musiche come poche, stanotte, anche il resto va bene;
sei incazzata un po', ma passerà, come tutto passerà.
Vedrai, domani è un altro giorno (sembra proverbio ma è verità) e si vedrà, e
anche giocarsi una rima era segnato. 
E l'astruso titolo è combinazione.
Che campo a fare, allora, se non decido di me, per me, con me; che senso ha
se avrò quello che mi sarà dato, se non è poesia ma scrivo in versi,
e li trascrivo mano a mano ricordando quel che andavo pensando allora,
via via che le parole spuntano e mi dico "Sì, son queste!",
proprio quelle che decisi allora di trascrivere ora,
per questa riflessione scritta in versi e prosa,
standoti vicino, più vicino, con il cuore.
È il riverbero di un pensiero già partito dall'inizio, è quella poesia,
dal tempo dei tempi più remoti;
da quando udivamo ancora nenie nel moto dei pianeti,
il fragore di fuoco del corso delle stelle, il canto delle comete
e il silenzio che c'è fuori e, oltre, il sibilo degli universi accanto;
e il nulla ancora fino all'infinità, da dove veniamo da sempre,
sempre per redimerci, sempre per fare meglio della volta precedente,
sempre per riunirci un po' di più tra noi.
Forse la poesia non basta più davvero per capire il perché tutto è segnato,
anche queste righe, anche il tuo incazzo: tutto è segnato,
tutto è assegnato e ha un senso.
Anche il tuo incazzo, come sai tu stessa, ha un senso.
E tu l'hai scoperto anche stavolta.
Incazzati pure, amore mio, scoprirai di più: scoprirai d'esser stata Iddio
e che non lo ricordi più. 
Incazzati, amore mio.

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