venerdì 13 giugno 2014

CXXXIV

Quasi che il frutto non pagasse più 
di mille vite
l'essere iddio

tenacemente m'aggrappo
a virtù modeste, ai miei difetti
ai sogni che incarnai solo stavolta

per divagar di più qualche anno solo
afflitto dal rimpianto
di non saper cicatrizzare mille ferite

una per vita

inferte dalla bruna lama
all'anima accecata dalla fuga,
in terra e in cielo, per sottrarsi al suo principio.

Nessun commento: