mercoledì 11 giugno 2014

CXXV

Trabocco, sai, di tolleranza, che
si esprime per me nell'assorbire la presenza
di persona d'animo non nobile,

ad esempio, e secondo il mio giudizio,
quando costui presenzia con volgarità 
nell'angusto ambiente, ove mi trovi anch'io.

Ma la tolleranza non mi fa obbligo
di salutare e riverire chiedendo: come sta?,
usanze aduse all'uso di esercitar l'educazione.

Ma il caso nostro non è di intolleranza,
io mi appago di penetrar nelle tue storie
e non ritengo che tu, di nobiltà, faccia difetto.

Mi è sorto soltanto il dubbio d'essere tradito, forse,
oltre dai tanti ai quali ispiro solidale pena, al più,
anche da te, non sentendoti più curiosa di noi due, ormai da tempo.

Mi hai rivolto i tuoi più cari auguri, direi, con calda educazione.
Tanto che dubiterò d'essere in torto io,
quando lascerò che scenda ancora il mio dolore cieco.

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