martedì 27 maggio 2014

LXXXV

I soliti insoliti affanni per mediocri accozzaglie di rozze paure
indistinte, più forti, più forti, prementi, opprimenti, spalmate

sopra il mio, consentite, palpito di orgoglio naturale, spontaneo,
che diventa al contrario contuso, ferito, 
lasciato a scemare nel gelo e deluso,

privato dell'affetto, dell'amore creduto imminente
intorcinato dall'ustione di mortale menzogna profferta,

celata  così tanto a lungo, per il solo istinto compresa e accettata.
Parto e parte integrante si vuole, l'offesa,
dell'inumano scambio verbale corrente.

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