Cirro di quota alta aperto a fungo
confine che fisso all'espansione
secondo vertice di triangolata opera mentale
fantastica, non immaginaria
dal mio cuore predisposta
unito a sensi ed intelletto
per l'attacco coerente al maleficio amatorio
il terzo vertice legato alla figura che evoco
per distruzione terminale definitiva irrevocabile
di quell'ostile al quale io mi riferisco
e assistito dalle forze che richiamo
e così, disposti a raggiera, si alzano mitici i voli
di scorte di alati lucenti,
e, dal pensiero di lei, dei fratelli d'ogni tempo
e dal mio maestro
dai quali attinga sostanza inesauribile
perché possa scontrarmi senza ira
e senza rassegnazione
fino ad esaurimento del confronto
per difendere me, non più qualcuno,
concessa difesa che nessuno può negarmi
all'ultimo sangue mio o di suo liquame.
Masticherò i suoi arti
per norma totemica esaustiva.
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