Senza altri pretesti che arrestino
il prodigio dell'Intento che dispose
libere sequele fluite nel corso prefissato
che libero non è dalle occasioni
ricercate, estorte
alle voci richiamate dal profondo
ogni volta più forti, quasi che
scavando, s'ispessisse l'estro
rivelando densità più condensate
l'estro
che non cede al diluente del dolore
dell'amore
soltanto al raschiar della lametta alle pareti
catramose dello stomaco
che l'alcol può disciogliere
lasciandomi privo di sensi
non più diviso tra piacere e pena
o senza contrasti con la morte
catatonico invitato mai più succube di scelte
privo per estrema scelta, prima e ultima
che feci e che ricordo
non capace di finirla, mai,
ed invero fu scelta per la vita
che non volevo e
cercai i motivi d'esser sedotto, allora,
per rinascere
ancora
se pure motivi insufficienti a ritirar la mia bestemmia
che si compì due volte almeno
volendo morire nella follia e nel bere
intoccabile diverso
e da intoccabile
avrei trascorso così anche questa vita
quando è sopraggiunta la variante
rinvenuta non da me
ma da me accettata come stimolo supremo
del proponente
dell'Amore che si manifestò due volte
per alcol e per follia
distinti, inconfondibili.
E io, soltanto,
non mi confusi ancora.
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