martedì 27 maggio 2014

LXXXX

Suono di campane anche quest'oggi
vorrei sapere dove mi porterà 

parlar di te, sensibile mia amica,
che vivi rinunciando anche al giudizio

ma sempre con la voglia di sapere,
e per altri argomentare con chiarezza

espressa su gli eventi di chi soffre
sapendo che è colloquio la ricetta,

quando comporta lo sciogliersi dei mali
che comprimono il cervello, e, quindi, il cuore,

unificandoti con l'altro nel colloquio spirituale;
che tale è quando tu sola sia a ricevere, per poi rendere a due.

E non lasciarti andare a trasmissione
che non preveda la replica dell'altro,

tu che certo sai già dar lezione,
avendo assai sofferto nella vita.

Rinuncia a valutar la sofferenza
come dato ineluttabile per te,

non chiuderti convinta che il tuo animo
non saprà affrontar mai questo dolore;

è il dolore universale, il mal di vivere dei poeti,
che tu porti con te, perché divina,

o viceversa, in fondo poco importa.
Resta sensibile, ma adotta anche strumenti

per apprezzar le gioie della vita,
senza occuparti così tanto di altrui pene:

rinuncia ad esser dio, comprendi e basta,
non mirare a sopperir da te ai tristi eventi,

di consolare con il tuo cuore grande il mondo.
Sbagli nel valutare le tue forze,

e anche il compito tuo, che si contenga,
nell'occuparsi più di te o al più dei cari tuoi,

lasciando che si compiano all'intorno
il bene e il male, dei quali l'autrice, ricorda, non sei tu.












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