venerdì 23 maggio 2014

XXXX

Aspettare, in fondo
che si srotoli il fato
come pellicola non ancora veduta

indovinata
almeno poco prima
che le accenda i fotogrammi il sole

io non ossequiente 
agli estranei coinvolgimenti
stacchi di onte violanti la mia vita

riserbose concrezioni di sutura
di immaginose sferzate strappate al mio dolore
dai latranti guaiti della mente intirizzita

dal gelo del vuoto
già predisposto e noto:
son sibili di fronda con miei eguali

per lanciarmi
incauto
unico prodigio ribaltante

per ira ancora contro le serrate mura
dell'indiviso spettro
ch'esala roco

pochi crudi rantoli dispersi nell'intenso fumo
rigidi riflessi di metallo
per scontrarci e sempre e sempre con occhiate divergenti che scambiamo

su le nostre comuni vite
già disperse nel passato.
Memoria di future regressioni.

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