venerdì 23 maggio 2014

XXXI

Rimango estasiato quelle volte che ti osservo
scura calandra che sù in alto affronti il sole
che si occupi di te, perché il tuo canto, sai,
lo scioglierà in lacrime d'amore.

Ti sollevi dal campo come la farfalla
snodando con leggerezza le ali morbide dal corpo,
ti innalzi diritta, come grido verso il cielo
inseminando l'aria della melodia d'aprile.

La paragono a te, sai, amica conosciuta
per come affronti, con premura sbarazzina
la bassura della vita; ti adoperi a sfuggirle così,
con la letizia di ritrovare il cielo chiaro.

Più in alto che puoi.

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