mercoledì 21 maggio 2014

VIII

Ultime, caduche, esilaranti gesta di clown
convertite, da connaturata sapienza, in ritmi evoluti di coscienza
trasformate in versi perseguiti con zelo che si stagliano
solo a distanza, e solo al termine del tempo
che mi venne concesso per tradurli a me stesso
nello sforzo sfasato di violarmi da solo.

Né posso sottrarmi,
per la spinta sempre evocata di procedere oltre
oltre il piano mediano
vivido di lampi non più contenuti
per ritrovarmi finalmente 
accettato e circondato.

Proprio io, l'avido coevo che non spartisce il bottino
se non con pochi preziosi migranti dell'intelletto
vuotati e votati a snidare assieme
il segreto degli immortali, di noi immortali,
quando rinunciamo, ostinati, all'esperienza che appaga.

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